Categoria: approfondimenti tematici 2024

“Una nuvola scintillante di frammenti” – Sommario

di Lelio Simi
Da circa quattro lustri il ciclo di aggregazione e disaggregazione delle piattaforme digitali investe e rivoluziona interi settori industriali, dal trasporto pubblico (con app come Uber) a quello del turismo (con app come Airbnb), colpendo anche le industrie dei media, compresa quella dei giornali e delle notizie.
Non soltanto il formato “monoblocco” del giornale è stato frammentato — in singoli articoli consegnati, pezzo per pezzo, via social media e riassemblati poi in grandi aggregatori come Google News o Apple News — ma il ciclo digitale bound/unbound ha disaggregato anche la “professione” giornalistica abilitando potenzialmente chiunque a diventare un “fornitore di servizi di informazione” in modalità del tutto simile a come (potenzialmente) è stato abilitato chiunque a diventare un “fornitore di trasporto pubblico” o un “fornitore di un alloggio temporaneo”.

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Intelligenza artificiale nelle redazioni italiane

di Andrea Iannuzzi
La relazione che segue si pone l’obiettivo di verificare l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa nel giornalismo e nell’editoria in Italia, analizzandone la diffusione, l’efficacia, le prospettive e le criticità, attraverso casi di studio e interviste condotte all’interno delle principali testate italiane, sia quelle tradizionali che affiancano alle pubblicazioni digitali le edizioni cartacee (e le loro repliche digitali), sia quelle “all digital”.

Se il 2022 è stato l’anno della scoperta, nel 2023 le piattaforme di intelligenza artificiale generativa – da ChatGPT (OpenAI) a Bard, poi evoluta in Gemini (Google), passando per Claude (Anthropic) – sono entrate nell’uso quotidiano degli utenti della rete, trovando applicazioni in diversi ambiti di ricerca e professionali e rendendo familiare l’approccio con i cosiddetti Large language models, che stanno alla base del loro funzionamento e della capacità di generare contenuti che imitano le capacità dell’intelletto umano.
Nelle redazioni e nelle aziende editoriali sono cominciati i primi esperimenti, volti soprattutto all’introduzione di strumenti in grado di sfruttare le potenzialità dell’IA per velocizzare e semplificare la produzione e la pubblicazione di contenuti: servizi di traduzione istantanea, di trascrizione da audio a testo, produzione di audioarticoli, newsletter automatizzate, abstract e sommari, titoli adatti alla Search Engine Optimization (SEO)…

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Giornalismo e intelligenza artificiale: aspetti giuridici e normativi – Sommario

di Deborah Bianchi
L’Intelligenza Artificiale (AI) e l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) hanno costituito uno dei temi prioritari nell’ordine del giorno del World Economic Forum accanto alla guerra in Ucraina e al clima. Il tema è davvero epocale: dall’avvento dei modelli GenAI parte una nuova era tecnologica. Nessuna delle potenze mondiali vuole restare indietro nella corsa al primato economico e politico-giuridico e cerca di imporre il proprio legal framework, nonostante la consapevolezza dell’esigenza di un “patto digitale globale” su AI e GenAI. In questo nuovo scenario deve imparare a ricollocarsi anche il giornalismo. Reduce dall’adattamento alla dimensione digitale, deve ora rimboccarsi le maniche per confrontarsi con la nuova dimensione “digitale generativa, multimodale e sintetica”.
Questo confronto implica un’ulteriore trasformazione del lavoro del giornalista che dev’essere ancora di più un’attività fortemente inclusiva. Laddove i GenAI disintermediano e isolano l’utente, il giornalista riannoda tutti i collegamenti della catena di valore dell’AI e così facendo permette al lettore di accedere all’informazione autentica, stimolandone il senso critico. Il giornalista deve inoculare nell’informazione restituita dagli outputs dei GenAI il germe dell’inclusività coinvolgendo tutti gli stakeholders dell’argomento trattato innescandovi il dibattito pubblico.

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Informazione online, giovani e comunicazione sui social media

di Giovanna Cosenza
Osservare con attenzione e costanza i comportamenti delle generazioni più giovani nei confronti dell’informazione online, senza mai cadere o nel paternalismo, da un lato, o nello snobismo del “dove andremo a finire”, dall’altro, non è necessario solo quando una testata giornalistica vuole rivolgersi (anche) a loro, come spesso si pensa, ma è utile per parlare a tutte le fasce di età. Come vedremo, infatti, in un mercato mutevole come quello digitale, le tendenze giovanili spesso anticipano il futuro, nel bene e nel male, e per questo sono un serbatoio prezioso di informazioni e idee, che può non solo alimentare la creatività, ma prevenire crisi e problemi. I comportamenti giovanili nei confronti dell’informazione possono dunque offrire spunti e idee utili per cercare di risolvere alcuni problemi del giornalismo contemporaneo, in Italia e altrove. Fra l’altro, per una testata giornalistica lungimirante, comunicare con le nuove generazioni è fondamentale anche come strategia di lungo periodo, perché fidelizzare un segmento di pubblico fin dalle età più precoci – durante l’università e, prima ancora, negli ultimi anni delle scuole secondarie di secondo grado – significa anche, se non educarlo, almeno indirizzarlo verso buone abitudini di lettura che possano durare nel tempo…

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