Categoria: scenari e prospettive 2024

Salvare il giornalismo, forse

di Mario Tedeschini Lalli
Già molti, molti anni fa – diciamo una ventina – c’era chi provava a dire che di fronte alla rivoluzione digitale il problema non fosse “salvare i giornali”, ma “salvare il giornalismo”, perché di tutta evidenza l’equivalenza giornalismo=giornale non reggeva più. L’equivoco ha contribuito nel tempo a rendere ancora più incerto l’esito della battaglia per “salvare il giornalismo” e ora siamo, in un certo senso, giunti a temere che perda di significato anche l’equivalenza giornalismo=giornalista.

Se non possiamo più salvare “i giornali”, possiamo ancora pensare di salvare i giornalisti, le giornaliste, nel senso della loro funzione professionale? E senza persone che fanno questo di mestiere, possiamo ancora pensare di salvare “il giornalismo”?

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Salvare il giornalismo locale per salvare la democrazia

di Gabriel Kahn
Come avrete saputo, il giornalismo americano non se la passa bene. Il Los Angeles Times ha eliminato il 20 per cento della redazione in un solo giorno; Sports Illustrated ha licenziato tutti in tronco; e Vice, la testata che avrebbe dovuto attirare i giovani e rappresentare il futuro dell’informazione, ha dichiarato bancarotta. E questo soltanto nei primi due mesi dell’anno.

Il declino negli Stati Uniti è cominciato ormai da diverso tempo. I news deserts, o deserti dell’informazione (termine coniato da Penny Abernathy per indicare le aree prive di fonti di notizie locali), costituiranno presto un quarto del Paese. La seconda catena della nazione impiega un modello di business basato sui ghost papers, giornali spesso redatti da un unico giornalista e riempiti con take di agenzia.

La situazione contemporanea è un po’ come la storia della bancarotta del personaggio di Hemingway ne “Il sole sorge ancora”. E’ successo così: “gradually, then suddenly”, un po’ alla volta e poi all’improvviso.

Quel che ancora si stenta a capire è che il problema non è insito nel giornalismo, ma è un problema di democrazia. Le società democratiche non possono funzionare senza una stampa indipendente. Purtroppo, in questo momento negli Stati Uniti, in vista di una delle elezioni più importanti della sua storia, c’è proprio un vuoto di informazione autonoma.

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L’intelligenza artificiale tra i banchi di scuola

di Elena Golino
I primi ad usarla, neanche a dirlo, sono i più giovani. Non ancora come materia di studio ma direttamente, sui cellulari o i pad.

Noi della Commissione Cultura del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, insieme ai funzionari del Ministero dell’Istruzione e del Merito, abbiamo provato a verificare quanto l’uso e la diffusione dei sistemi legati al IA fossero significativi. Non eravamo sicuri che l’esperimento avrebbe funzionato. E invece la realtà ha sciolto ogni dubbio. I primi di quest’anno abbiamo lanciato tra tutte le classi superiori d’Italia un bando che aveva come tema la realizzazione di un elaborato usando IA e commentando i rischi di veridicità che questo strumento avrebbe potuto comportare; un bando difficile per come era articolato e per le riflessioni ad esso legate *(allegato 1). Risultato: ad oggi sono arrivate diverse decine risposte di partecipazione. 

Un segno concreto che i giovani viaggiano con i tempi che cambiano, molto più rapidamente di come le generazioni precedenti mutavano…

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Informazione, un cambio di paradigma? L’impatto del Digital Services Act sul mondo dell’informazione

di Ginevra Cerrina Feroni
Una componente significativa dell’economia europea e della vita quotidiana dei suoi cittadini è rappresentata dai servizi della società dell’informazione e, in particolare, dai servizi intermediari. È noto, tuttavia, come l’inarrestabile trasformazione digitale e il maggiore utilizzo di tali servizi da parte dei cittadini abbiano dato origine a nuovi rischi e sfide per i singoli destinatari dei vari servizi, per le imprese e per la società nel suo complesso.

Per superare l’inadeguatezza della Direttiva sul commercio elettronico 2000/31/CE ad affrontare tali sfide (in particolare in punto di regime di responsabilità e di armonizzazione sul territorio dell’Unione europea) la strategia europea del Digital Single Market intende perseguire due obiettivi fondamentali di politica legislativa: da un lato, tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche attraverso la rimozione dei contenuti illeciti diffusi al pubblico; dall’altro responsabilizzare i fornitori dei servizi. Nell’ambito di tale strategia, il Regolamento (UE) 2022/2065 (anche noto come “Digital Services Act” o “DSA”) si prefigge così di rimuovere gli ostacoli alla crescita del mercato digitale europeo, incentivando l’offerta di contenuti e servizi digitali. In particolare il suo obiettivo principale è quello di rimodulare il regime di responsabilità previsto dalla previgente Direttiva sul commercio elettronico 2000/31/CE, a seconda della tipologia e delle dimensioni degli intermediari.

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Recuperare il “lettore perduto”

di Gennaro Annunziata
Il giornalismo sta attraversando una fase di crisi e profonda trasformazione, specialmente riguardo ai suoi modelli di diffusione e alla redditività delle imprese editoriali.

Come evidenziato da molti esperti, l’espressione “giornalismo digitale” è ormai quasi superflua: oggi il giornalismo è digitale poiché le informazioni si diffondono rapidamente in rete, spesso anche più velocemente rispetto ai tradizionali mass media “codificati” come giornali, notiziari, radiofonici e televisivi, e siti web di informazione.

Le notizie viaggiano soprattutto attraverso i social media, grazie alla possibilità offerta a ciascuno di noi di creare – consapevolmente o meno – contenuti “notiziabili” attraverso lo smartphone che tutti, o quasi, abbiamo in tasca.

La diffusione virale delle notizie entra inevitabilmente anche nei canali dei media tradizionali. La velocità e la viralità possono però comportare conseguenze negative: l’ansia dei media codificati di non “bucare la notizia” porta, talvolta, alla diffusione di informazioni inesatte e/o incomplete senza quell’indispensabile verifica che costituisce uno dei capisaldi del “fare giornalismo”…

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INFORMAZIONE E GIUSTIZIA

Comunicare la disabilità

Criteri interpretativi art. 34

Riforma giornalisti, la proposta dell’Ordine

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