Presso la Commissione Politiche dell’Unione europea di palazzo Madama                                                       

Nell’ambito della valutazione sui profili di conformità della proposta di regolamento europeo sui Media

Tutela dei giornalisti, libertà di stampa, garanzie per le fonti, segreto professionale e divieto di spionaggio a carico dei giornalisti, sono i principali punti segnalati dal presidente dell’Ordine Carlo Bartoli nel corso dell’audizione presso la Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato. L’intervento si è svolto nell’ambito della valutazione sui profili di conformità ai principi di sussidiarietà e proporzionalità della proposta del  Media Freedom Act varata dalla Commissione Europea e in fase di valutazione da parte die Parlamenti nazionali.

L’Audizione è stata l’occasione, per il presidente Bartoli, di rimarcare le principali criticità che riguardano il giornalismo, con particolare riferimento a quello italiano, che vengono richiamate a vario titolo nella proposta di regolamento europeo.

Nel corso del suo intervento in Commissione il presidente dell’Ordine ha affermato:

“Sicuramente è utile una armonizzazione almeno delle norme fondamentali che riguardano gli operatori dell’informazione. Concordiamo sul fatto che, in questo settore, vi sia – come si legge nell’MFA – una “elevata frammentazione normativa che può condurre a forti disparità di trattamento fra uno stato dell’Unione e un altro”..”

(…)

“La Commissione Europea intende quindi dare un forte segnale agli Stati membri sulla necessità di tutelare le fonti, e quindi il segreto professionale dei giornalisti. Queste indicazioni potrebbero sollecitare una rivisitazione dell’articolo 200 del Codice di procedura penale che, pur riconoscendo il segreto professionale per i giornalisti, è parziale e consente interventi invasivi da parte della magistratura.

Allo stesso modo sarebbe utile affermare il principio di libero accesso alla fonti istituzionali, a partire da quelle non coperte da segreto riguardanti gli atti di indagine. In Italia sono evidenti le difficoltà a dar conto dei fatti di cronaca a causa delle interpretazioni adottate da molti Procuratori della Repubblica delle recenti norme sulla presunzione di innocenza. Interpretazioni che si stanno rivelando incoerenti e contraddittorie, quando non totalmente restrittive.

Sullo stesso tema sarebbe utile porre, anche in sede europea, una indicazione sul rapporto fra diritto all’oblio e libertà di informazione. È un tema di assoluta trasversalità. Il diritto all’oblio non può essere esercitato quando si tratta di eventi, anche lontani  nel tempo, che riguardano fatti di grande rilevanza pubblica e che hanno inciso profondamente nella storia.”

(…) Bartoli ha poi ripreso il tema delle querele intimidatorie (SLAPP):

“le querele-bavaglio” o “azioni  giudiziarie di stampo intimidatorio” sono una realtà che pone l’Italia tra gli osservati speciali da parte delle istituzioni europee (…) c’è necessità  di approvare delle norme che possano disincentivare l’avvio di azioni giudiziarie palesemente infondate nei confronti dei giornalisti. Mi riferisco sia alle denunce penali per diffamazione che alle esorbitanti richieste risarcitorie in sede civile.” (…)

“Il Media Freedom Act – ha proseguito Bartoli – Più volte si fa riferimento al ruolo dei giornalisti come “professionisti dell’informazione” e  principali  artefici di una informazione di qualità”. (…)

“Alcuni  parametri qualitativi, quali l’osservanza della deontologia e l’assenza di sanzioni disciplinari, il rispetto e l’applicazione del contratto di lavoro, la propensione ad investimenti per l’innovazione, potrebbero essere considerati quali fattori premianti nel quadro dei meccanismi di sostegno e incentivi – nazionali ed europei – all’informazione.”

Il presidente ha poi toccato il tema del nuovo scenario della comunicazione:

“Occorre riconoscere il ruolo nuovo e di maggior importanza che la figura del giornalista assume nei nuovi scenari tecnologici e mediatici. Tale profilo andrebbe  garantito dalle leggi degli Stati lasciando ai giornalisti le funzioni di autogoverno della categoria, come avviene in Italia con la presenza dell’Ordine, che lamenta però strumenti e procedure assolutamente inadeguate”.

Sul tema delle concentrazioni  e delle piattaforme web, ha affermato:  “ci allontaniamo dalla sfera di diretta competenza dell’Ordine dei giornalisti, anche se le dinamiche dell’ecosistema digitale hanno enorme importanza e necessiterebbero un approfondimento dettagliato che andrebbe ben oltre questa audizione.”

Bartoli ha poi concluso: “Ci auguriamo che il Senato possa raccogliere questi temi per quello che riguarda la legislazione nazionale, anche al di là del procedimento di cui  stiamo discutendo.”

Testo integrale dell’intervento del presidente Bartoli:

01102023 Bar SENATO AUDIZIONE EMFA

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