Giovedì 11 aprile, ore 17, sala Ocera del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, via Sommacampagna 19 Roma

 

Come si racconta giornalisticamente un conflitto? Cosa rappresentano per gli inviati la paura vissuta a ridosso delle trincee e poi il ritorno a casa?
Sono alcuni degli interrogativi che hanno guidato la giornalista Antonella Ciervo nella stesura della sua ultima opera “Con i piedi in guerra” (Edigrafema Edizioni) che verrà presentata a Roma giovedì 11 aprile, alle ore 17.00, nella sala Ocera del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, in via Sommacampagna, 19.
Nel corso dell’evento, dopo i saluti di Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e di Gianluca Bruno direttore della collana dietroFont della casa editrice materana, , interverranno la giornalista, fotografa e scrittrice Asmae Dachan e il giornalista Sergio Talamo. Dialogherà con l’autrice la giornalista Laura Masiello.

Per avvicinarsi il più possibile alla realtà, svelando le ragioni culturali profonde e le prospettive umane e professionali che spingono a vivere da dentro il dramma dei conflitti, Ciervo ha intervistato inviati, militari e studiosi quali Stefania Battistini, Asmae Dachan, Gaetano Dammacco, Nancy Porsia, Domenico Quirico, Nello Scavo, Francesco Semprini, Michele Torres, Lorenzo Turi e Leonardo Zellino.
“Sono combattenti – scrive Ciervo nell’introduzione – perché vanno in guerra come chi deve difendere la propria patria, affrontano i cecchini, gli avversari, a volte si trovano addirittura a scavare trincee e sentono la paura a ogni passo, come se fossero soldati al fronte. Gli inviati di guerra hanno, però, una sola arma con cui affrontare il nemico: le parole. Che compongono una notizia. Che definiscono l’informazione. Usate per far comprendere che ogni conflitto porta con sé tragedie umane, ragioni, torti, violenze, prevaricazioni, danni economici”.
I giornalisti coinvolti raccontano le loro esperienze nelle zone di guerra, con riferimento all’Ucraina e ad altri conflitti come quello in Siria, ma condividono con i lettori anche le paure e le emozioni che si portano a casa, da gestire talvolta con la psicoanalisi per evitare di esserne sopraffatti.

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