Bartoli, affrontare la sfida su qualità e trasparenza dell’informazione, serve tracciamento IA         

“La trasparenza nei confronti del lettore è un elemento discriminante. I contenuti dovrebbero essere distinguibili, anche sulla base di una nostra autodeterminazione. Se vado al supermercato voglio sapere il tipo di latte che compro, allo stesso modo dovrebbe funzionare per l’informazione”. Lo ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, nel corso dell’evento ‘La Fabbrica della Realtà – Giornalismo e informazione nell’era dell’IA generativa’ svoltosi a Roma il 22 novembre e promosso dall’Agenzia Ansa. “Ho fatto una proposta simile a quella dei Creative Commons con l’utilizzo di simboli che potrebbero definire le modalità di costruzione della notizia – ha aggiunto Bartoli –  Dire se un articolo è costruito con o senza ausilio dell’IA è però troppo poco, occorre specificare le procedure utilizzate. In ogni caso – ha aggiunto il presidente del Cnog – dobbiamo essere consapevoli che non reggiamo la sfida sul piano meramente tecnico. Serve una crescita della cultura professionale enorme, la qualità è ciò che differenzia il prodotto giornalistico dal resto delle informazioni del web; il nostro faro deve essere l’etica.

Il convegno annuale ANSA dedicato all’intelligenza artificiale si è svolto presso l’Auditorium Museo MAXXI ed è stato trasmesso in streaming dalla home page del sito ANSA.

In questi anni l’intelligenza artificiale ha assunto una straordinaria velocità. L’IA generativa, in particolare, ha assunto un rilievo straordinario di fronte a uno sviluppo senza precedenti”. ha affermato il presidente dell’ANSA, Giulio Anselmi, in apertura dell’evento. “Le potenzialità dell’intelligenza artificiale vanno colte, ma dobbiamo sempre tenere presenti i rischi che corriamo – ha aggiunto -. Giornalismo allargato non vuole dire mai giornalismo tradito. Da un lato c’è un enorme potenziale dell’IA nella raccolta, analisi, produzione e distribuzione di notizie. Grazie agli algoritmi i giornalisti possono automatizzare la produzione e analizzare i dati in tempo reale. Dall’altro lato la capacità di creare contenuti può essere usata per costruire notizie false o manipolate. Per evitare di finire in un tritacarne che eroda la fiducia nel giornalismo, occorre far sì che l’IA sia saldamente a supporto del lavoro delle redazioni e non sia mai un suo surrogato, sempre nel rispetto del primato dell’uomo sulla macchina e non viceversa”.

“Credo che gli errori del passato qualcosa ci abbiano insegnato. ” – ha sottolineato il sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini –  La Ue si sta muovendo da un punto di vista normativo e, anche se questo purtroppo non ci tutelerà completamente perché le grandi aziende sono negli Usa e occorrerà spingere anche loro ad adottare norme, si tratta di un punto di partenza importante. L’Ue è partita in tempo e l’IA generativa ha accelerato il dibattito sul copyright su cui possiamo fare molto. L’esperienza legislativa europea ci può aiutare. Stiamo lavorando molto bene con il sottosegretario Butti nell’ambito della Commissione sull’Intelligenza Artificiale. – ha aggiunto Barachini – Tra le innovazioni, Barachini ha sottolineato la possibilità di “etichettare di contenuti, introdurre marcature temporali dei contenuti, rafforzare la responsabilità del giornalista che potrebbe dichiarare la percentuale di utilizzo dell’IA”. Il sottosegretario ha aggiunto che il tema dell’IA dovrà entrare anche nel dibattito sul rinnovo della legge sull’Ordine dei Giornalisti, quando inizierà l’iter parlamentare.

Per Alessandra Costante, segretaria della Fnsi che ha partecipato al panel con Bartoli, “L’intelligenza artificiale è un’opportunità, ma occorre che l’uso sia regolamentato. C’è il rischio di abbassamento della domanda per lavori poco professionalizzati e nell’informazione ci sono figure molto professionalizzate, intermedie e poco professionalizzate che rischiano con l’IA generativa”. “L’autoregolamentazione da parte degli editori è necessaria, ma non sufficiente – ha proseguito -. Serve un momento di confronto”.

“Usiamo l’intelligenza artificiale in due modi. Abbiamo un grande flusso di agenzie internazionali che viene tradotto e classificato e poi inviato sui desk a seconda della materia trattata. Questo è già un grandissimo contributo al nostro notiziario. Un’altra applicazione è la creazione di newsletter settoriali o generaliste che prima venivano fatte ‘a mano’ da ognuno di noi”. Lo ha detto il direttore dell’ANSA, Luigi Contu, che  ha sottolineato che “l’ANSA dispone di un archivio sterminato di foto, testi e video” e che l’IA può consentire di “creare schede in pochissimo tempo che possono consentire ai giornalisti di fare approfondimenti”. “L’IA è una grande opportunità – ha concluso -, ma ci sono molti rischi e limiti dell’IA, che ad esempio non può trasmettere le emozioni. Serve un atteggiamento laico. Partendo dalla centralità dei redattori e investendo in un utilizzo intelligente dell’IA possiamo fare grandi passi avanti”.

Al convegno hanno partecipato moltissimi altri ospiti, il riepilogo sul sito ANSA.

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