Ordinamento della professione di giornalista

LEGGE 3 FEBBRAIO 1963, N. 69
ORDINAMENTO DELLA PROFESSIONE DI GIORNALISTA
Testo in vigore dal: 15-11-2016
(Versione aggiornata alla Legge 198/2016 e al D.Lgs. 67/2017)

N.B. In materia disciplinare occorre far riferimento all’art. 8 del DPR 137/2012, al Regolamento delle funzioni disciplinari dell’Ordine dei giornalisti ed al D.M. 21 febbraio 2014 “Regolamento in materia di ricorsi innanzi al Consiglio di Disciplina Nazionale”.

TITOLO I. Dell’Ordine del giornalisti
Capo I. Dei Consigli dell’Ordine regionali o interregionali.

1. Ordine dei giornalisti.
È istituito l’Ordine dei giornalisti.
Ad esso appartengono i giornalisti professionisti e i pubblicisti, iscritti nei rispettivi elenchi dell’albo.
Sono professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista.
Sono pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi.
Le funzioni relative alla tenuta dell’albo, e quelle relative alla disciplina degli iscritti, sono esercitate, per ciascuna regione o gruppo di regioni e provincia autonoma (1) da determinarsi nel Regolamento, da un Consiglio dell’Ordine, secondo le norme della presente legge.
Tanto gli Ordini regionali e interregionali, quanto l’Ordine nazionale, ciascuno nei limiti della propria competenza, sono persone giuridiche di diritto pubblico.
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(1) Parole aggiunge dall’art. 6 della Legge 168/2016
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2. Diritti e doveri.
È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede.
Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori.
Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori.

3. Composizione dei Consigli regionali o interregionali.
I Consigli regionali o interregionali sono composti da 6 professionisti e 3 pubblicisti, scelti tra gli iscritti nei rispettivi elenchi regionali o interregionali, che abbiano almeno 5 anni di anzianità di iscrizione. Essi sono eletti rispettivamente dai professionisti e dai pubblicisti iscritti nell’albo ed in regola con il pagamento dei contributi dovuti all’Ordine, a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta di voti.

4. Elezione dei Consigli dell’Ordine.
L’assemblea per l’elezione dei membri del Consiglio deve essere convocata almeno venti giorni prima della scadenza del Consiglio in carica. La convocazione si effettua mediante avviso spedito almeno quindici giorni prima a tutti gli iscritti, esclusi i sospesi dall’esercizio della professione, per posta prioritaria, per telefax o a mezzo di posta elettronica certificata. Della convocazione deve essere dato altresì avviso mediante annuncio, entro il predetto termine, sul sito internet dell’Ordine nazionale. È posto a carico dell’Ordine l’onere di dare prova solo dell’effettivo invio delle comunicazioni (2).
L’avviso deve contenere l’indicazione dell’oggetto dell’adunanza, e stabilire il luogo, il giorno e le ore dell’adunanza stessa, in prima ed in seconda convocazione. La seconda convocazione è stabilita a distanza di otto giorni dalla prima.
L’assemblea è valida in prima convocazione quando intervenga almeno la metà degli iscritti, e in seconda convocazione qualunque sia il numero degli intervenuti.
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(2) Comma così sostituito dall’art. 2, comma 4-quater, D.L. 14 marzo 2005, n. 35, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione
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5. Votazioni.
Il presidente dell’Ordine, prima dell’inizio delle operazioni di votazione, sceglie cinque scrutatori fra gli elettori presenti. Il più anziano fra i cinque, per iscrizione, esercita le funzioni di presidente del seggio. A parità di data di iscrizione, prevale l’anzianità di nascita.
Durante la votazione è sufficiente la presenza di tre componenti dell’ufficio elettorale.
Il segretario dell’Ordine esercita le funzioni di segretario di seggio.

6. Scrutinio e proclamazione degli eletti.
Il voto si esprime per mezzo di schede contenenti un numero di nomi non superiore a quello dei componenti del Consiglio dell’Ordine, per le rispettive categorie. Non è ammesso il voto per delega.
Decorso otto ore dall’inizio delle perazioni di voto, il presidente del seggio, dopo aver ammesso a votare gli elettori che in quel momento si trovino nella sala, dichiara chiusa la votazione: quindi procede pubblicamente con gli scrutatori alle operazioni di scrutinio.
Compiuto lo scrutinio, il presidente ne dichiara il risultato, e proclama eletti coloro che hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.
Allorché non è raggiunta la maggioranza assoluta dei voti da tutti o da alcuno dei candidati si procede in un’assemblea successiva, da convocarsi entro otto giorni, a votazione di ballottaggio, fra i candidati che hanno riportato il numero maggiore di voti, in numero doppio di quello dei consiglieri ancora da eleggere.
Dopo l’elezione, il presidente dell’assemblea comunica al Ministero della giustizia l’avvenuta proclamazione degli eletti (3).
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(3) Comma così modificato ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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7. Durata in carica del Consiglio – Sostituzioni.
I componenti del Consiglio restano in carica tre anni e possono essere rieletti.
Nel caso in cui uno dei componenti il Consiglio venisse a mancare, per qualsiasi causa, lo sostituisce il primo dei non eletti del rispettivo elenco.
I componenti così eletti rimangono in carica fino alla scadenza del Consiglio.

8. Reclamo contro le operazioni elettorali.
Contro i risultati delle elezioni, ciascun iscritto agli elenchi dell’albo può proporre reclamo al Consiglio nazionale dell’Ordine, entro dieci giorni dalla proclamazione.
Quando il reclamo investa l’elezione di tutto il Consiglio e sia accolto, il Consiglio nazionale provvede, fissando un termine non superiore a trenta giorni e con le modalità che saranno indicate nel Regolamento, a rinnovare l’elezione dichiarata nulla.

9. Cariche del Consiglio.
Ciascun Consiglio elegge nel proprio seno un presidente, un vicepresidente, un segretario ed un tesoriere. Ove il presidente sia iscritto nell’elenco dei professionisti, il vicepresidente deve essere scelto tra i pubblicisti, e reciprocamente.

10. Attribuzioni del presidente.
Il presidente ha la rappresentanza dell’Ordine; convoca e presiede l’assemblea degli iscritti, ed esercita le altre attribuzioni conferitegli dal presente ordinamento.
Il vicepresidente sostituisce il presidente in caso di assenza o di impedimento.
Se il presidente e il vicepresidente siano assenti o impediti, ne fa le veci il membro più anziano per iscrizione nell’albo, e, nel caso di pari anzianità, il più anziano per età.

11. Attribuzioni del Consiglio.
Il Consiglio esercita le seguenti attribuzioni:
a) cura l’osservanza della legge professionale e di tutte le altre disposizioni in materia;
b) vigila per la tutela del titolo di giornalista, in qualunque sede, anche giudiziaria, e svolge ogni attività diretta alla repressione dell’esercizio abusivo della professione;
c) cura la tenuta dell’albo, e provvede alle iscrizioni e cancellazioni;
d) adotta i provvedimenti disciplinari;
e) provvede alla amministrazione dei beni di pertinenza dell’Ordine, e compila annualmente il bilancio preventivo e il conto consuntivo da sottoporre all’approvazione dell’assemblea;
f) vigila sulla condotta e sul decoro degli iscritti;
g) dispone la convocazione dell’assemblea;
h) fissa, con l’osservanza del limite massimo previsto dall’art. 20, lettera g), le quote annuali dovute dagli iscritti e determina inoltre i contributi per la iscrizione nell’albo e nel registro dei praticanti e per il rilascio di certificati;
i) esercita le altre attribuzioni demandategli dalla legge.

12. Collegio dei revisori dei conti.
Ogni Ordine ha un Collegio dei revisori dei conti costituito da tre componenti.
Esso controlla la gestione dei fondi e verifica i bilanci predisposti dal Consiglio riferendone all’assemblea.
L’assemblea convocata per l’elezione del Consiglio elegge, con le modalità stabilite dagli articoli 4, 5 e 6, il Collegio dei revisori dei conti, scegliendone i componenti tra gli iscritti che non ricoprano o che non abbiano ricoperto negli ultimi tre anni la carica di consigliere.
I revisori dei conti durano in carica tre anni e sono rieleggibili.

13. Assemblea per l’approvazione dei conti.
L’assemblea per l’approvazione del bilancio preventivo e del conto consuntivo ha luogo nel mese di marzo di ogni anno.

14. Assemblea straordinaria.
Il presidente, oltre che nel caso di cui all’articolo precedente, convoca l’assemblea ogni volta che lo deliberi il Consiglio di propria iniziativa o quando ne sia fatta richiesta per iscritto, con l’indicazione degli argomenti da trattare, da parte di almeno un quarto degli iscritti nell’albo dell’Ordine.
Tale convocazione deve essere fatta non oltre dieci giorni dalla deliberazione o dalla richiesta.

15. Norme comuni per le assemblee.

Il presidente e il segretario del Consiglio dell’Ordine assumono rispettivamente le funzioni di presidente e di segretario dell’assemblea. In caso di impedimento del presidente si applica il disposto dell’art. 10; in caso di impedimento del segretario, la assemblea provvede alla nomina di un proprio segretario.

L’assemblea delibera a maggioranza assoluta dei voti dei presenti.

Per le assemblee previste dai due articoli precedenti si applica per quant’altro il disposto dell’art. 4.

Capo II. Del Consiglio nazionale dell’Ordine.

16. Consiglio nazionale: composizione

E’ istituito, con sede presso  il  Ministero  della  giustizia,  il
Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
Il Consiglio nazionale e’ composto da non piu’ di sessanta membri
di cui due terzi professionisti e un terzo pubblicisti, eletti  dagli
iscritti  agli  Ordini  regionali  e  interregionali,  prevedendo  in
ciascuna  categoria  almeno   un   rappresentante   delle   minoranze
linguistiche riconosciute. I candidati al Consiglio nazionale  devono
essere  titolari  di  una  posizione  previdenziale   attiva   presso
l’Istituto  nazionale  di   previdenza   dei   giornalisti   italiani
(INPGI).
Ai fini delle elezioni di cui al secondo  comma,  ciascun  Ordine
regionale  o  interregionale  costituisce  collegio  elettorale.  Gli
Ordini delle Province autonome di Trento e  Bolzano,  ove  istituiti,
costituiscono un unico collegio elettorale. Ciascun Ordine  regionale
o interregionale elegge un consigliere nazionale  iscritto  all’Albo,
rispettivamente negli Elenchi dei professionisti e  dei  pubblicisti.
Nessun iscritto agli elenchi puo’ votare o essere eletto in  piu’  di
un collegio.
Al collegio  elettorale  corrispondente  all’Ordine  regionale  o
interregionale  che  ha  un  numero  di  giornalisti   professionisti
iscritti superiore a mille e’ assegnato un seggio  ulteriore  per  la
quota  di  giornalisti  professionisti,  in  ragione  di  ogni  mille
professionisti iscritti o frazione di mille, fermi restando i  limiti
proporzionali e numerici di cui al secondo comma e la  rappresentanza
delle minoranze linguistiche.  L’ultimo  seggio  e’  attribuito,  nel
rispetto dei predetti  limiti  e  della  rappresentanza  linguistica,
all’Ordine regionale o interregionale con la frazione di  mille  piu’
elevata. Nessun Ordine regionale o interregionale puo’ ottenere  piu’
di un quinto dei rappresentanti dei giornalisti professionisti.
Ai fini della  sua  composizione,  il  Consiglio  nazionale,  con
propria determinazione  da  adottare  previo  parere  vincolante  del
Ministro della giustizia, assicura la rappresentanza delle  minoranze
linguistiche riconosciute, prevedendo criteri e modalita’ che tengono
conto della diffusione della lingua presso  le  rispettive  comunita’
territoriali,  del  numero  dei  giornalisti  professionisti  e   dei
pubblicisti appartenenti alle aree linguistiche tutelate nonche’, ove
necessario, secondo  un  principio  di  rotazione.  Per  le  medesime
finalita’, in sede di prima applicazione e’  costituito  un  collegio
unico nazionale per l’elezione  dei  rappresentanti  delle  minoranze
linguistiche riconosciute, al quale possono partecipare gli  iscritti
appartenenti a tali minoranze che ne facciano richiesta  entro  venti
giorni  antecedenti  la  data  fissata  per  la  prima   convocazione
dell’assemblea elettiva e che autocertifichino l’appartenenza ad esse
ai sensi dell’articolo 46 del decreto del Presidente della Repubblica
del 28 dicembre 2000,  n.  445.  Il  rappresentante  dei  giornalisti
professionisti eletto deve appartenere ad una  minoranza  linguistica
diversa da quella di appartenenza del rappresentante dei pubblicisti.
Nel caso in cui riportino il maggior numero di  voti  un  giornalista
professionista  e  un  giornalista  pubblicista   appartenenti   alla
medesima minoranza linguistica, e’ proclamato eletto il candidato che
ha riportato piu’ voti; per la categoria per la quale  non  e’  stato
proclamato  il  rappresentante  della   minoranza   linguistica,   e’
proclamato eletto il candidato che ha riportato piu’ voti tra  quelli
appartenenti alla minoranza linguistica che ha conseguito il  secondo
miglior risultato. In ogni caso, deve essere assicurato il  principio
della rotazione nella rappresentanza tra  le  minoranze  linguistiche
presenti nel  territorio.  Al  fine  di  assicurare  all’interno  del
Consiglio nazionale la  rappresentanza  del  giornalista  pubblicista
appartenente alla minoranza linguistica, al medesimo e’ attribuito il
seggio dell’eletto che ha riportato in assoluto il  minor  numero  di
voti tra i venti giornalisti  pubblicisti  eletti  dagli  iscritti  a
ciascuno dei venti Ordini regionali.
L’elezione avviene a norma degli articoli 3 e seguenti,  in  quanto
applicabili.
Le assemblee devono essere  convocate  almeno  venti  giorni  prima
della scadenza del Consiglio nazionale in carico.
Contro i risultati delle elezioni ciascun  iscritto  puo’  proporre
reclamo al Consiglio  nazionale,  nel  termine  di  10  giorni  dalla
proclamazione. In caso di  accoglimento  del  reclamo,  il  Consiglio
nazionale stesso fissa un termine, non superiore a 30 giorni, perche’
da parte dell’assemblea regionale o  interregionale  interessata  sia
provveduto al rinnovo dell’elezione dichiarata nulla.

17. Durata in carica del Consiglio nazionale. Sostituzioni.
I componenti del Consiglio nazionale dell’Ordine restano in carica tre anni, e possono essere rieletti.
Si applicano al Consiglio nazionale le norme di cui al secondo e terzo comma dell’art. 7.

18. Incompatibilità.
Non si può far parte contemporaneamente di un Consiglio regionale o interregionale e del Consiglio nazionale.
Il componente di un Consiglio regionale o interregionale che venga nominato membro del Consiglio nazionale, si intende decaduto, ove non rinunzi alla nuova elezione nel termine di dieci giorni dalla proclamazione, dalla carica di componente del Consiglio regionale o interregionale.

19. Cariche.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine elegge nel proprio seno un presidente, un vicepresidente, un segretario ed un tesoriere.
Elegge inoltre nel proprio seno un Comitato esecutivo, composto da sei professionisti e tre pubblicisti, tra gli stessi sono compresi il presidente, il vicepresidente, il segretario e il tesoriere.
Designa pure tre giornalisti perché esercitino le funzioni di revisore dei conti.
Il presidente deve essere scelto tra gli iscritti nell’elenco dei professionisti, il vicepresidente tra gli iscritti nell’elenco dei pubblicisti, i revisori di conti tra gli iscritti che non ricoprano o non abbiano ricoperto nell’ultimo triennio la carica di consigliere presso gli Ordini o presso il Consiglio nazionale.

20. Attribuzioni del Consiglio.
Il Consiglio nazionale, oltre a quelle demandategli da altre norme, esercita le seguenti attribuzioni:
a) dà parere, quando ne sia richiesto dal Ministro della giustizia, sui progetti di legge e di regolamento che riguardano la professione di giornalista (5);
b) coordina e promuove le attività culturali dei Consigli degli Ordini per favorire le iniziative intese al miglioramento ed al perfezionamento professionale;
c) dà parere sullo scioglimento dei Consigli regionali o interregionali ai sensi del successivo art. 24;
d) decide, in via amministrativa, sui ricorsi avverso le deliberazioni dei Consigli degli Ordini in materia di iscrizione e di cancellazione dagli elenchi dell’albo e dal registro, sui ricorsi in materia disciplinare e su quelli relativi alle elezioni dei Consigli degli Ordini e dei Collegi dei revisori;
e) redige il regolamento per la trattazione dei ricorsi e degli affari di sua competenza, da approvarsi dal Ministro della giustizia (6) (7);
f) determina, con deliberazione da approvarsi dal Ministro della giustizia, la misura delle quote annuali dovute dagli iscritti per le spese del suo funzionamento (8);
g) stabilisce, ogni biennio, con deliberazione da approvarsi dal Ministro della grazia e giustizia, il limite massimo delle quote annuali dovute ai Consigli regionali o interregionali dai rispettivi iscritti (9).
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(5) Lettera così modificata ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(6) Lettera così modificata ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(7) Per l’approvazione del regolamento di cui alla presente lettera vedi il D.Dirett. 18 luglio 2003
(8) Lettera così modificata ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(9) Lettera così modificata ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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20-bis. Attribuzioni del Consiglio nazionale in materia di formazione.

1.   Ai   fini   dell’esercizio   delle   competenze   attribuite
dall’articolo 20, comma 1, lettera b), e a garanzia del conseguimento
di livelli di formazione  uniformi  sul  territorio  nazionale  e  di
elevata qualita’ per  un  esercizio  professionale  rispondente  agli
interessi della collettivita’ e ai principi di  cui  all’articolo  21
della Costituzione,  il  Consiglio  nazionale  esercita  le  seguenti
attribuzioni:
a) promuove,  coordina  e  autorizza  l’attivita’  di  formazione
professionale continua  svolta  dagli  Ordini  regionali  assicurando
criteri  uniformi  e  livelli  qualitativi  omogenei  su   tutto   il
territorio nazionale;
b) stabilisce i requisiti e i titoli  di  cui  devono  essere  in
possesso i soggetti  terzi  che  intendono  essere  autorizzati  allo
svolgimento dell’attivita’ di  formazione  professionale  continua  a
favore  degli  iscritti  agli  albi,  previo  parere  vincolante  del
Ministro della giustizia;
c) individua  gli  standard  minimi  dei  contenuti  formativi  e
deontologici degli  eventi  e  delle  iniziative  che  concorrono  al
programma formativo;
d) stabilisce parametri oggettivi e predeterminati ai fini  della
valutazione dell’attivita’ formativa  proposta  e  della  conseguente
determinazione dei crediti da parte degli Ordini regionali;
e) verifica che i piani di offerta  formativa  predisposti  dagli
Ordini regionali siano conformi agli standard e ai parametri  di  cui
alle lettere c) e d);
f) disciplina con  propria  determinazione,  da  emanarsi  previo
parere vincolante del Ministro  della  giustizia,  le  modalita’  per
l’assolvimento dell’obbligo di aggiornamento degli iscritti all’Albo,
per la gestione e l’organizzazione  dell’attivita’  di  formazione  a
cura degli Ordini regionali e dei soggetti terzi, nonche’  quelle  di
accertamento dell’effettivo assolvimento dell’obbligo formativo.
2.  Il  Consiglio  nazionale  promuove  la  formazione  finalizzata
all’accesso     alla     professione     giornalistica     attraverso
l’autorizzazione di apposite strutture, di seguito denominate scuole,
come  sedi  idonee  allo  svolgimento  della  pratica   giornalistica
prevista dall’articolo 34  della  presente  legge.  A  tal  fine,  il
Consiglio con  propria  determinazione,  da  emanarsi  previo  parere
vincolante del Ministro della Giustizia, disciplina:
a) le condizioni e i requisiti ai fini dell’autorizzazione  delle
scuole di giornalismo;
b) il contenuto precettivo minimo delle convenzioni che lo stesso
Consiglio nazionale puo’ stipulare con le scuole;
c) gli indirizzi per la didattica e la formazione professionale;
d) la durata dei  corsi  di  formazione  e  del  relativo  carico
didattico;
e) le modalita’ e le condizioni per la  frequenza  dei  corsi  di
formazione da parte del praticante;
f)  l’istituzione  e  le  competenze  di  un   Comitato   tecnico
scientifico avente funzione di consulenza ed assistenza in materia di
accesso  e  formazione  professionale,  orientamento   didattico   ed
organizzativo delle scuole nonche’ di verifica per la valutazione  di
ciascuna  scuola  sotto  il  profilo  della  funzionalita’  e   della
rispondenza agli indirizzi didattici e  organizzativi  stabiliti  dal
Consiglio stesso;
g) la vigilanza e le  misure  da  adottare  nei  confronti  delle
scuole inadempienti agli obblighi indicati nelle convenzioni  o  agli
indirizzi didattici e organizzativi  stabiliti  dal  Consiglio  anche
attraverso   la   previsione   di    una    procedura    di    revoca
dell’autorizzazione,   garantendo,   ove   possibile,   il   regolare
compimento dei corsi formativi autorizzati.
21. Attribuzioni al Comitato esecutivo.
Il Comitato esecutivo provvede all’attuazione delle delibere del Consiglio e collabora con il presidente nella gestione ordinaria dell’ordine. Adotta, altresì, in caso di assoluta urgenza, le delibere di competenza del Consiglio stesso escluse quelle previste nelle lettere a), d) ed e) dell’articolo 20, con obbligo di sottoporle a ratifica nella prima riunione, da convocarsi in ogni caso non oltre un mese.

22. Attribuzioni del presidente.
Il presidente del Consiglio nazionale convoca e presiede le riunioni del Consiglio e del Comitato esecutivo, dà disposizioni per il regolare funzionamento del Consiglio e del Comitato esecutivo stesso ed esercita tutte le attribuzioni demandategli dal presente ordinamento e da altre norme.
In caso di sua assenza od impedimento, si applicano le disposizioni dell’art. 10, secondo e terzo comma.

Capo III. Disposizioni comuni.

23. Riunioni dei Consigli e del Comitato esecutivo.
Per la validità delle sedute di un Consiglio regionale o interregionale o del Consiglio nazionale dell’Ordine, occorre la presenza della maggioranza dei componenti. Nelle votazioni, in caso di parità, prevale il voto del presidente.
Fino all’insediamento del nuovo Consiglio dell’Ordine, rimane in carica il Consiglio uscente.
Le stesse norme si applicano al Comitato esecutivo.

24. Attribuzioni del Ministro della giustizia (10).
Il Ministro della giustizia esercita l’alta vigilanza sui Consigli dell’Ordine (11).
Egli può, con decreto motivato, sentito il parere del Consiglio nazionale, sciogliere un Consiglio regionale o interregionale, che non sia in grado di funzionare regolarmente; quando sia trascorso il termine di legge senza che si sia provveduto alla elezione del nuovo Consiglio o quando il Consiglio, richiamato all’osservanza degli obblighi ad esso imposti, persista nel violarli.
Con lo stesso decreto il Ministro nomina, scegliendo fra i giornalisti professionisti, un commissario straordinario, al quale sono affidate le funzioni fino alla elezione del nuovo Consiglio, che deve avere luogo entro novanta giorni dal decreto di scioglimento.
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(10) Rubrica così modificata ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(11) Comma così modificato ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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25. Ineleggibilità.
Non sono eleggibili alle cariche di cui agli artt. 9 e 19 i pubblicisti iscritti anche ad altri albi professionali o che siano funzionari dello Stato.

TITOLO II. Dell’albo professionale

Capo I. Dell’iscrizione negli elenchi.
26. Albo: istituzione

Presso ogni Consiglio dell’Ordine regionale  o  interregionale  e
delle province autonome e’ istituito  l’albo  dei  giornalisti  che
hanno la loro  residenza  o  il  loro  domicilio  professionale,  nel
territorio compreso nella circoscrizione del Consiglio.
L’albo e’  ripartito  in  due  elenchi,  l’uno  dei  professionisti
l’altro dei pubblicisti.
I giornalisti che abbiano la  loro  abituale  residenza  fuori  del
territorio della Repubblica sono iscritti nell’albo di Roma.

27. Albo: contenuto.
L’albo deve contenere il cognome, il nome, la data di nascita, la residenza o il domicilio professionale e l’indirizzo degli iscritti, nonché la data di iscrizione e il titolo in base al quale è avvenuta. L’albo e compilato secondo l’ordine di anzianità di iscrizione e porta un indice alfabetico che ripete il numero d’ordine di iscrizione (13).
L’anzianità è determinata dalla data di iscrizione nell’albo.
A ciascun iscritto nell’albo è rilasciata la tessera.
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(13) Comma così modificato dal comma 2 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59.
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28. Elenchi speciali.
All’albo dei giornalisti sono annessi gli elenchi dei giornalisti di nazionalità straniera, e di coloro che, pur non esercitando l’attività di giornalista, assumano la qualifica di direttori responsabili di periodici o riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico, esclusi quelli sportivi e cinematografici.
Quando si controverta sulla natura della pubblicazione, decide irrevocabilmente, su ricorso dell’interessato, il Consiglio nazionale dell’Ordine.

29. Iscrizione nell’elenco dei professionisti.
Per l’iscrizione nell’elenco dei professionisti sono richiesti: l’età non inferiore agli anni 21, l’iscrizione nel registro dei praticanti, l’esercizio continuativo della pratica giornalistica per almeno 18 mesi, il possesso dei requisiti di cui all’articolo 31, e l’esito favorevole della prova di idoneità professionale di cui all’art. 32.
Il decreto di riconoscimento della qualifica professionale ai sensi del Titolo III, del decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, costituisce titolo per l’iscrizione nell’albo (14).
La iscrizione è deliberata dal competente Consiglio regionale o interregionale. Al procedimento per l’iscrizione nell’albo si applica l’articolo 45 del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2006/123/CE (15).
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(14) Comma aggiunto dalla lettera a) del comma 3 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(15) Comma così modificato dalla lettera b) del comma 3 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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30. Rigetto della domanda.
Il provvedimento di rigetto della domanda di iscrizione all’albo o al registro dei praticanti dev’essere motivato, e dev’essere notificato all’interessato a mezzo di ufficiale giudiziario, nel termine di 15 giorni dalla deliberazione.

31. Modalità di iscrizione nell’elenco dei professionisti.
La domanda di iscrizione deve essere corredata dai seguenti documenti:
1) estratto dell’atto di nascita;
2) certificato di residenza;
3) dichiarazione di cui all’art. 34;
4) attestazione di versamento della tassa di concessione governativa, nella misura prevista dalle disposizioni vigenti per le iscrizioni negli albi professionali.
Per l’accertamento dei requisiti della cittadinanza, della buona condotta e dell’assenza di precedenti penali del richiedente si provvede d’ufficio da parte del Consiglio dell’Ordine.
Non possono essere iscritti nell’albo coloro che abbiano riportato condanna penale che importi interdizione dai pubblici uffici, per tutta la durata della interdizione, salvo che sia intervenuta riabilitazione.
Nel caso di condanna che non importi interdizione dai pubblici uffici, o se questa è cessata, il Consiglio dell’Ordine può concedere la iscrizione solo se, vagliate tutte le circostanze e specialmente la condotta del richiedente successivamente alla condanna, ritenga che il medesimo sia meritevole della iscrizione.

31-bis. Iscrizione dei cittadini degli Stati membri dell’Unione europea nel registro dei praticanti e nell’elenco dei pubblicisti.
1. I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea sono equiparati ai cittadini italiani ai fini dell’iscrizione nel registro dei praticanti e nell’elenco dei pubblicisti di cui, rispettivamente, agli articoli 33 e 35 (16).
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(16) Articolo aggiunto dal comma 4 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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32. Prova di idoneità professionale.
L’accertamento dell’idoneità professionale, di cui al precedente art. 29, consiste in una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo, integrata dalla conoscenza delle norme giuridiche che hanno attinenza con la materia del giornalismo.
L’esame dovrà sostenersi in Roma, innanzi ad una Commissione composta di sette membri, di cui cinque dovranno essere nominati dal Consiglio nazionale dell’Ordine fra i giornalisti professionisti iscritti da non meno di 10 anni. Gli altri 2 membri saranno nominati dal presidente della Corte d’appello di Roma, scelti l’uno tra i magistrati di tribunale e l’altro tra i magistrati di appello; questo ultimo assumerà le funzioni di presidente della Commissione in esame.
Le modalità di svolgimento dell’esame, da effettuarsi in almeno due sessioni annuali saranno determinate dal regolamento.

Per lo svolgimento della prova scritta è consentito l’utilizzo di elaboratori elettronici (personal computer) cui sia inibito l’accesso alla memoria secondo le modalità tecniche indicate dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, sentito il Ministero della giustizia (17).
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(17) Comma aggiunto dal comma 1 dell’art. 1, L. 16 gennaio 2008, n. 16 (Gazz. Uff. 6 febbraio 2008, n. 31). Il comma 2 dello stesso art. 1 ha disposto che entro un mese dalla data di entrata in vigore della citata legge, il Governo provvederà con apposito provvedimento, ad apportare le modifiche necessarie al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 1965, n. 115, e successive modificazioni, al fine di adeguarlo alle disposizioni di cui al presente articolo
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33. Registro dei praticanti.
Nel registro dei praticanti possono essere iscritti coloro che intendono avviarsi alla professione giornalistica e che abbiano compiuto almeno 18 anni di età.
La domanda per l’iscrizione deve essere corredata dai documenti di cui ai numeri 1), 2) e 4) dell’art. 31. Deve essere altresì corredata dalla dichiarazione del direttore comprovante l’effettivo inizio della pratica di cui all’art. 34.
Si applica il disposto del comma secondo dell’art. 31.
Per l’iscrizione nel registro dei praticanti è necessario altresì avere superato un esame di cultura generale, diretto ad accertare l’attitudine all’esercizio della professione.
Tale esame dovrà svolgersi di fronte ad una Commissione, composta da 5 membri, di cui 4 da nominarsi da ciascun Consiglio regionale o interregionale, e scelti fra i giornalisti professionisti con almeno 10 anni di iscrizione. Il quinto membro, che assumerà le funzioni di presidente della Commissione, sarà scelto fra gli insegnanti di ruolo di scuola media superiore e nominato dal provveditore agli studi del luogo ove ha sede il Consiglio regionale o interregionale.
Le modalità di svolgimento dell’esame saranno determinate dal regolamento.
Non sono tenuti a sostenere la prova di esame, di cui sopra, i praticanti in possesso di titolo di studio non inferiore alla licenza di scuola media superiore.

34. Pratica giornalistica.
La pratica giornalistica deve svolgersi presso un quotidiano, o presso il servizio giornalistico della radio o della televisione, o presso un’agenzia quotidiana di stampa a diffusione nazionale e con almeno 4 giornalisti professionisti redattori ordinari, o presso un periodico a diffusione nazionale e con almeno 6 giornalisti professionisti redattori ordinari.
Dopo 18 mesi, a richiesta del praticante, il direttore responsabile della pubblicazione gli rilascia una dichiarazione motivata sull’attività giornalistica svolta, per i fini di cui al comma primo n. 3) del precedente art. 31.
Il praticante non può rimanere iscritto per più di tre anni nel registro.

35. Modalità d’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti.
Per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti la domanda dev’essere corredata, oltre che dai documenti di cui ai numeri 1), 2) e 4) del primo comma dell’art. 31, anche dai giornali e periodici contenenti scritti a firma del richiedente, e da certificati dei direttori delle pubblicazioni, che comprovino l’attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni.
Si applica il disposto del secondo comma dell’art. 31.

36. Giornalisti stranieri.
I giornalisti stranieri residenti in Italia possono ottenere l’iscrizione nell’elenco speciale di cui all’articolo 28, se abbiano compiuto i 21 anni e sempre che lo Stato di cui sono cittadini pratichi il trattamento di reciprocità. Tale condizione non è richiesta nei confronti del giornalista straniero, che abbia ottenuto il riconoscimento del diritto di asilo politico (18).

La domanda di iscrizione deve essere corredata dai documenti di cui ai numeri 1), 2) e 4) dell’art. 31 oltre che da una attestazione del Ministero degli affari esteri che provi che il richiedente è cittadino di uno Stato con il quale esiste trattamento di reciprocità.
Si applica il disposto del secondo comma dell’art. 31.
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(18) Comma così modificato dall’art. 1, L. 10 giugno 1969, n. 308 (Gazz. Uff. 26 giugno 1969, n. 159)
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Capo II. Dei trasferimenti e della cancellazione dall’albo.

37. Trasferimenti.
Nessuno può essere iscritto contemporaneamente in più di un albo. In caso di cambiamento di residenza o domicilio professionale, il giornalista deve chiedere il trasferimento nell’albo del luogo della nuova residenza o domicilio professionale; trascorsi tre mesi dal cambiamento senza che ne sia fatta richiesta, il Consiglio dell’Ordine procede di ufficio alla cancellazione dall’albo del giornalista che si è trasferito in altra sede ed alla comunicazione di tale cancellazione al Consiglio nella cui giurisdizione è compreso il luogo della nuova residenza o domicilio professionale, che provvederà ad iscrivere il giornalista nel proprio albo (19).
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(19) Articolo così modificato dal comma 5 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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38. Cancellazione dall’albo.
Il Consiglio dell’Ordine delibera di ufficio la cancellazione dall’albo in caso di perdita del godimento dei diritti civili, da qualunque titolo derivata, o di perdita della cittadinanza italiana.
In questo secondo caso, tuttavia, il giornalista è iscritto nell’elenco speciale per gli stranieri, qualora concorrano le condizioni previste dall’art. 36, e ne faccia domanda.

39. Condanna penale.
Debbono essere cancellati dall’albo coloro che abbiano riportato condanne penali che importino l’interdizione permanente dai pubblici uffici.
Nel caso di condanna che importi l’interdizione temporanea dai pubblici uffici, l’iscritto è sospeso di diritto durante il periodo di interdizione. Ove sia emesso ordine o mandato di cattura, gli effetti dell’iscrizione sono sospesi di diritto fino alla revoca del mandato o dell’ordine.
Nel caso di condanna penale che non importi la pena accessoria di cui ai commi precedenti, il Consiglio dell’Ordine inizia procedimento disciplinare ove ricorrano le condizioni previste dal primo comma dell’art. 48.

40. Cessazione dell’attività professionale.
Il giornalista è cancellato dall’elenco dei professionisti, quando risulti che sia venuto a mancare il requisito dell’esclusività professionale.
In tal caso il professionista può essere trasferito nell’elenco dei pubblicisti, ove ricorrano le condizioni di cui all’art. 35, e ne faccia domanda.

41. Inattività.
È disposta la cancellazione dagli elenchi dei professionisti o dei pubblicisti dopo due anni di inattività professionale. Tale termine è elevato a tre anni per il giornalista che abbia almeno dieci anni di iscrizione.

Nel calcolo dei termini suindicati non si tiene conto del periodo di inattività dovuta all’assunzione di cariche o di funzioni amministrative, politiche o scientifiche o allo espletamento degli obblighi militari.
Non si fa luogo alla cancellazione per inattività professionale del giornalista che abbia almeno quindici anni di iscrizione all’albo, salvo i casi di iscrizione in altro albo, o di svolgimento di altra attività continuativa e lucrativa.

42. Reiscrizione.
Il giornalista cancellato dall’albo può a sua richiesta, essere riammesso quando sono cessate le ragioni che hanno determinato la cancellazione.
Se la cancellazione è avvenuta a seguito di condanna penale, ai sensi dell’art. 39, primo comma, la domanda di nuova iscrizione, può essere proposta quando si è ottenuta la riabilitazione.

43. Notificazione delle deliberazioni del Consiglio.
Le deliberazioni del Consiglio regionale o interregionale di cancellazione dall’albo, o di diniego di nuova iscrizione ai sensi dell’articolo precedente, devono essere motivate e notificate all’interessato nei modi e nei termini di cui all’art. 30.

44. Comunicazioni.
Una copia dell’albo deve essere depositata ogni anno, entro il mese di gennaio a cura dei Consigli regionali o interregionali, presso la Cancelleria della Corte d’appello del capoluogo della regione dove ha sede il consiglio, presso la Segreteria del Consiglio nazionale dell’Ordine e presso il Ministero della giustizia (20).
Di ogni nuova iscrizione o cancellazione dovrà essere data comunicazione entro due mesi al Ministro della giustizia, alla Cancelleria della Corte d’appello, al procuratore generale della stessa Corte d’appello ed al Consiglio nazionale (21).
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(20) Comma così modificato ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
(21) Comma così modificato ai sensi di quanto disposto dal comma 6 dell’art. 54, D.Lgs. 26 marzo 2010, n. 59
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Capo III. Dell’esercizio della professione di giornalista.
Art. 45. (Esercizio della professione). – 1. Nessuno puo’ assumere il titolo ne’ esercitare la professione di giornalista, se non e’ iscritto nell’elenco dei professionisti ovvero in quello dei pubblicisti dell’albo istituito presso l’Ordine regionale o interregionale competente. La violazione della disposizione del primo periodo e’ punita a norma degli articoli 348 e 498 del codice penale, ove il fatto non costituisca un reato piu’ grave (22).
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(22) Articolo così sostituito dall’art.5 Legge 26 ottobre 2016 n. 198
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46. Direzione dei giornali.
Il direttore ed il vicedirettore responsabile di un giornale quotidiano o di un periodico o agenzia di stampa, di cui al primo comma dell’art. 34 devono essere iscritti nell’elenco dei giornalisti professionisti salvo quanto stabilito nel successivo art. 47 (23).
Per le altre pubblicazioni periodiche ed agenzie di stampa, il direttore ed il vicedirettore responsabile possono essere iscritti nell’elenco dei professionisti oppure in quello dei pubblicisti, salvo la disposizione dell’art. 28 per le riviste a carattere tecnico, professionale o scientifico.
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(23) La Corte costituzionale, con sentenza 2-10 luglio 1968, n. 98 (Gazz. Uff. 13 luglio 1968, n. 177) ha così statuito:
«1) Dichiara la illegittimità costituzionale del primo comma dell’art. 46 della legge 3 febbraio 1963, n. 69, sull’ordinamento della professione di giornalista, limitatamente alla parte in cui esclude che il direttore ed il vicedirettore responsabile di un giornale quotidiano o di un periodico o agenzia di stampa di cui al primo comma dell’art. 34 possa essere iscritto nell’elenco dei pubblicisti;
2) in applicazione dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, dichiara la illegittimità costituzionale dell’art. 47, comma terzo, della citata legge, nella parte in cui, nell’ipotesi prevista dal primo comma, esclude che possa essere nominato vicedirettore del quotidiano un giornalista iscritto nell’elenco dei pubblicisti ed esclude che possa essere nominato vicedirettore del periodico un giornalista iscritto nell’elenco dei professionisti»
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47. Direzione affidata a persone non iscritte nell’albo.
La direzione di un giornale quotidiano o di altra pubblicazione periodica, che siano organi di partiti o movimenti politici o di organizzazioni sindacali, può essere affidata a persona non iscritta all’albo dei giornalisti.
Nei casi previsti dal precedente comma, i requisiti richiesti per la registrazione o l’annotazione di mutamento ai sensi della legge sulla stampa sono titolo per la iscrizione provvisoria del direttore nell’elenco dei professionisti, se trattasi di quotidiani, o nell’elenco dei pubblicisti se trattasi di altra pubblicazione periodica.
Le disposizioni di cui ai precedenti commi sono subordinate alla contemporanea nomina a vicedirettore del quotidiano di un giornalista professionista, al quale restano affidate le attribuzioni di cui agli artt. 31, 34 e 35 della presente legge; ed alla contemporanea nomina a iscritto nell’elenco dei pubblicisti, al quale restano affidate le attribuzioni di cui all’art. 35 della presente legge (24).
Resta ferma la responsabilità stabilita dalle leggi civili e penali, per il direttore non professionista, iscritto a titolo provvisorio nell’albo.
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(24) La Corte costituzionale, con sentenza 2-10 luglio 1968, n. 98 (Gazz. Uff. 13 luglio 1968, n. 177) ha così statuito:
«1) Dichiara la illegittimità costituzionale del primo comma dell’art. 46 della legge 3 febbraio 1963, n. 69, sull’ordinamento della professione di giornalista, limitatamente alla parte in cui esclude che il direttore ed il vicedirettore responsabile di un giornale quotidiano o di un periodico o agenzia di stampa di cui al primo comma dell’art. 34 possa essere iscritto nell’elenco dei pubblicisti;
2) in applicazione dell’art. 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, dichiara la illegittimità costituzionale dell’art. 47, comma terzo, della citata legge, nella parte in cui, nell’ipotesi prevista dal primo comma, esclude che possa essere nominato vicedirettore del quotidiano un giornalista iscritto nell’elenco dei pubblicisti ed esclude che possa essere nominato vicedirettore del periodico un giornalista iscritto nell’elenco dei professionisti»
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TITOLO III. Della disciplina degli iscritti

48. Procedimento disciplinare.
Gli iscritti nell’albo, negli elenchi o nel registro, che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionali, o di fatti che compromettano la propria reputazione o la dignità dell’ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare.
Il procedimento disciplinare è iniziato d’ufficio dal Consiglio regionale o interregionale, o anche su richiesta del procuratore generale competente ai sensi dell’art. 44.

49. Competenza.
La competenza per il giudizio disciplinare appartiene al Consiglio dell’Ordine presso il quale è iscritto l’incolpato.
Se l’incolpato è membro di tale Consiglio il procedimento disciplinare è rimesso al Consiglio dell’Ordine designato dal Consiglio nazionale.

50. Astensione o ricusazione dei membri del Consiglio dell’Ordine.
L’astensione e la ricusazione dei componenti del Consiglio sono regolate dagli articoli 51 e 52 del Codice di procedura civile, in quanto applicabili.
Sull’astensione, quando è necessaria l’autorizzazione, e sulla ricusazione decide lo stesso Consiglio.
Se, a seguito di astensioni e ricusazioni viene a mancare il numero legale, il presidente del Consiglio rimette gli atti al Consiglio dell’Ordine designato dal Consiglio nazionale.
Il Consiglio competente a termini del comma precedente, se autorizza l’astensione o riconosce legittima la ricusazione, si sostituisce al Consiglio dell’Ordine cui appartengono i componenti che hanno chiesto di astenersi o che sono stati ricusati; altrimenti restituisce gli atti per la prosecuzione del procedimento.

51. Sanzioni disciplinari.
Le sanzioni disciplinari sono pronunciate con decisione motivata dal Consiglio, previa audizione dell’incolpato.
Esse sono:
a) l’avvertimento;
b) la censura;
c) la sospensione dall’esercizio della professione per un periodo non inferiore a due mesi e non superiore ad un anno;
d) la radiazione dall’albo.

52. Avvertimento.
L’avvertimento, da infliggere nei casi di abusi o mancanze di lieve entità, consiste nel rilievo della mancanza commessa e nel richiamo del giornalista all’osservanza dei suoi doveri.
Esso, quando non sia conseguente ad un giudizio disciplinare, è disposto dal presidente del Consiglio dell’Ordine.
L’avvertimento è rivolto oralmente dal presidente e se ne redige verbale sottoscritto anche dal segretario.
Entro i trenta giorni successivi, il giornalista al quale è stato rivolto l’avvertimento può chiedere di essere sottoposto a procedimento disciplinare.

53. Censura.
La censura, da infliggersi nei casi di abusi o mancanze di grave entità, consiste nel biasimo formale per la trasgressione accertata.

54. Sospensione.
La sospensione dall’esercizio professionale può essere inflitta nei casi in cui l’iscritto con la sua condotta abbia compromesso la dignità professionale.

55. Radiazione.
La radiazione può essere disposta nel caso in cui l’iscritto con la sua condotta abbia gravemente compromesso la dignità professionale fino a rendere incompatibile con la dignità stessa la sua permanenza nell’albo, negli elenchi o nel registro.

56. Procedimento.
Nessuna sanzione disciplinare può essere inflitta senza che l’incolpato sia stato invitato a comparire davanti al Consiglio.
Il Consiglio, assunte sommarie informazioni, contesta all’incolpato a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno i fatti che gli vengono addebitati e le eventuali prove raccolte, e gli assegna un termine non minore di trenta giorni per essere sentito nelle sue discolpe. L’incolpato ha facoltà di presentare documenti e memorie difensive (25).
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(25) La Corte costituzionale, con sentenza 11-14 dicembre 1995, n. 505 (Gazz. Uff. 20 dicembre 1995, n. 52, Serie speciale), ha dichiarato non fondata, nei sensi di cui in motivazione, la questione di legittimità costituzionale dell’art. 56, secondo comma, sollevata in riferimento agli artt. 3, primo comma, e 24, secondo comma, della Costituzione
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57. Provvedimenti disciplinari: notificazione.
I provvedimenti disciplinari sono adottati a votazione segreta.
Essi devono essere motivati, e sono notificati all’interessato ed al pubblico ministero a mezzo di ufficiale giudiziario entro trenta giorni dalla deliberazione.

58. Prescrizione.
L’azione disciplinare si prescrive entro cinque anni dal fatto.
Nel caso che per il fatto sia stato promosso procedimento penale, il termine suddetto dedal giorno in cui è divenuta irrevocabile sentenza di condanna o di proscioglimento.
La prescrizione è interrotta dalla notificazione degli addebiti all’interessato, da eseguirsi nei modi di cui all’articolo precedente, nonché dalle discolpe presentate per iscritto dall’incolpato.
La prescrizione interrotta ricomincia a decorrere dal giorno dell’interruzione; se più sono gli atti interruttivi la prescrizione decorre dall’ultimo di essi, ma in nessun caso il termine stabilito nel primo comma può essere prolungato oltre la metà.
L’interruzione della prescrizione ha effetto nei confronti di tutti coloro che abbiano concorso nel fatto che ha dato luogo al procedimento disciplinare.

59. Reiscrizione dei radiati.
Il giornalista radiato dall’albo, dagli elenchi o dal registro a seguito di provvedimento disciplinare può chiedere di essere riammesso, trascorsi cinque anni dal giorno della radiazione.
Il Consiglio regionale o interregionale competente delibera sulla domanda; la deliberazione è notificata nei modi e nei termini di cui all’articolo 57.

TITOLO IV. Dei reclami contro le deliberazioni degli organi professionali

60. Ricorso al Consiglio nazionale.
Le deliberazioni del Consiglio dell’Ordine relative alla iscrizione o cancellazione dall’albo, dagli elenchi o dal registro e quelle pronunciate in materia disciplinare possono essere impugnate dall’interessato e dal pubblico ministero competente con ricorso al Consiglio nazionale dell’Ordine nel termine di trenta giorni.
Il termine decorre per l’interessato dal giorno in cui gli è notificato il provvedimento e per il pubblico ministero dal giorno della notificazione per i provvedimenti in materia disciplinare e dal giorno della comunicazione eseguita ai sensi dell’articolo 44 per i provvedimenti relativi alle iscrizioni o cancellazioni.
I ricorsi al Consiglio nazionale in materia elettorale, di cui agli articoli 8 e 16, non hanno effetto sospensivo.

61. Procedimenti disciplinari.
Prima della deliberazione sui ricorsi in materia disciplinare, il Consiglio nazionale deve in ogni caso sentire il pubblico ministero. Questi presenta per iscritto le sue conclusioni, che vengono comunicate all’incolpato nei modi e con il termine di cui all’articolo 56.
Si applicano per il resto le disposizioni di cui agli articoli 56 e 57, primo comma.

62. Deliberazioni del Consiglio nazionale.
Le deliberazioni del Consiglio nazionale dell’Ordine, pronunziate sui ricorsi in materia di iscrizione nell’albo, negli elenchi o nel registro e di cancellazione, nonché in materia disciplinare ed elettorale, devono essere motivate e sono notificate, a mezzo di ufficiale giudiziario, entro trenta giorni, agli interessati, al Consiglio dell’Ordine che ha emesso la deliberazione, nonché al procuratore generale presso la Corte d’appello nel cui distretto ha sede il Consiglio.

63. Azione giudiziaria (26)
Le deliberazioni indicate nell’articolo precedente possono essere impugnate dinanzi all’autorità giudiziaria ordinaria.
Le controversie previste dal presente articolo sono disciplinate dall’art. 27 del decreto legislativo 1° settembre 2011, n. 150. (27)
Possono proporre il reclamo all’autorità giudiziaria sia l’interessato sia il procuratore della Repubblica e il procuratore generale competenti per territorio.

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(26) Articolo così modificato dal D. Lgs. 150/2011

(27) Articolo 27 del D. Lgs. 150/2011: “Le deliberazioni indicate nell’articolo 63 della legge 3 febbraio 1963, n. 69, sono regolate dal rito sommario di cognizione, ove non diversamente disposto dal presente articolo.
E’ competente il tribunale in composizione collegiale del capoluogo del distretto in cui ha sede il Consiglio regionale o interregionale dell’Ordine dei giornalisti presso cui il giornalista è iscritto o dove la elezione contestata si è svolta e al giudizio partecipa il pubblico ministero.
Presso il tribunale e presso la corte d’appello il collegio è integrato da un giornalista e da un pubblicista nominati in numero doppio, ogni quadriennio, all’inizio dell’anno giudiziario dal presidente della corte d’appello su designazione del Consiglio nazionale dell’Ordine.
Il giornalista professionista ed il pubblicista, alla scadenza dell’incarico, non possono essere nuovamente nominati.
Il ricorso è proposto, a pena di inammissibilità, entro trenta giorni dalla notifica del provvedimento impugnato, ovvero entro sessanta giorni se il ricorrente risiede all’estero.
L’ordinanza che accoglie il ricorso può annullare, revocare o modificare la deliberazione impugnata”.
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64. Procedimento (28)
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(28) Abrogato dall’articolo 34, comma 31, lettera d), del D. Lgs. 150/2011
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65. Ricorso per Cassazione (29)
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(29) Abrogato dall’articolo 34, comma 31, lettera d), del D. Lgs. 150/2011
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TITOLO V. Disposizioni finali e transitorie

66. Costituzione dei primi Consigli.
Entro 60 giorni dalla pubblicazione del regolamento, di cui all’articolo 73, si dovrà procedere alla elezione dei Consigli regionali o interregionali e del Consiglio nazionale.
A tale scopo la Commissione unica per la tenuta degli albi professionali dei giornalisti e la disciplina degli iscritti, istituita dall’articolo 1 del decreto legislativo luogotenenziale 23 ottobre 1944, n. 302, attualmente in carica provvede alla convocazione dell’assemblea dei giornalisti iscritti, e residenti in ciascuna regione o gruppo di regioni.
Il presidente della Corte di appello competente ai sensi dell’articolo 44 provvede, entro cinque giorni dalla convocazione, a nominare il presidente dell’assemblea, scegliendo fra i giornalisti professionisti con almeno 10 anni di iscrizione all’albo.
Il presidente dell’assemblea, entro 8 giorni dalla proclamazione, comunica alla Commissione unica i nominativi degli eletti ai componenti del Consiglio nazionale.
Il Consiglio regionale o interregionale sarà convocato la prima volta, ai fini della sua costituzione e della elezione delle cariche, a cura del consigliere che ha riportato maggior numero di voti e, in caso di parità, dal più anziano d’età. La convocazione stessa dovrà aver luogo non oltre i 15 giorni dalla proclamazione. Il Consiglio nazionale sarà convocato allo stesso scopo dalla Commissione unica, entro 15 giorni dalla ricezione delle comunicazioni di cui al comma precedente.
Le spese per le convocazioni, previste ai commi precedenti, faranno carico ai Consigli regionali o interregionali cui si riferiscono.

67. Commissione unica – Devoluzione.
Fino all’insediamento del primo Consiglio nazionale le funzioni ad esso attribuite dalla presente legge saranno espletate dalla Commissione unica.
Nel periodo intercorrente fra l’entrata in vigore della presente legge e la assunzione delle funzioni da parte dei singoli Consigli regionali o interregionali la Commissione unica non potrà procedere a nuove iscrizioni, salva l’applicazione del disposto dell’articolo 28.
Fermo restando il disposto del primo comma del presente articolo, regione per regione o per gruppo di regioni le funzioni espletate dalla Commissione unica a’sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo luogotenenziale 23 ottobre 1944, n. 302, cessano al momento dell’insediamento del Consiglio regionale o interregionale, il quale, a tal fine, darà notizia della propria costituzione alla Commissione medesima. Questa, avuta tale notizia, rimetterà a ciascun Consiglio tutte le istanze ad essa presentate per le funzioni previste dal citato decreto, sulle quali non abbia provveduto.
A ciascun Consiglio regionale o interregionale, all’atto del proprio insediamento, debbono essere consegnati i fascicoli personali degli iscritti, di cui al successivo articolo 71.
Insediatosi il primo Consiglio nazionale, la Commissione unica cessa dalle proprie funzioni e trasmette al Consiglio medesimo l’attività patrimoniale e l’archivio.

68. Ricorsi.
Contro le deliberazioni della Commissione unica in materia disciplinare e di tenuta dell’albo dei giornalisti, è ammesso il ricorso al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, entro il termine di trenta giorni dalla prima elezione di detto Consiglio se, alla data predetta, non è ancora decorso il termine di cui al precedente articolo 60.

69. Termini di decadenza.
Il termine di decadenza previsto dall’articolo 63, per proporre la domanda innanzi all’Autorità giudiziaria, comincia a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, se a tale data sia stata già notificata la deliberazione della Commissione unica.

70. Azione giudiziaria.
Spetta alla Corte d’appello di Roma conoscere dei reclami avverso le deliberazioni del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, emesse ai sensi dell’articolo 68, e avverso le deliberazioni della Commissione unica per la tutela degli albi professionali dei giornalisti e la disciplina degli iscritti.
Anche ai giudizi di cui al comma precedente si applicano, per quanto in esso non previsto, le disposizioni degli articoli 64 e 65.

71. Anzianità.
I giornalisti iscritti negli albi dei professionisti e negli elenchi dei pubblicisti vi rimangono iscritti conservando l’anzianità di cui godono in base al regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384, alla data dell’entrata in vigore della presente legge.
Le persone iscritte in base al regio decreto predetto negli attuali registri dei praticanti, o negli elenchi speciali e per stranieri alla data di entrata in vigore della presente legge vengono trasferite, con la rispettiva anzianità, negli elenchi previsti dall’articolo 28.
Coloro che abbiano presentato domanda di iscrizione nell’albo anteriormente al 30 novembre 1962 possono essere iscritti dal Consiglio nazionale anche in base ai requisiti previsti dalle leggi precedenti.

72. Personale degli Ordini e del Consiglio nazionale.
Per la disciplina giuridica ed economica del personale degli Ordini e del Consiglio nazionale si osservano le disposizioni contenute nell’articolo 11 del decreto legislativo luogotenenziale 5 agosto 1947, n. 778, ratificato dalla legge 20 ottobre 1951, n. 1349.
Il personale dipendente dalla Commissione unica, in servizio all’atto della cessazione d’attività della stessa, sarà assunto dal Consiglio nazionale, con l’osservanza delle disposizioni di cui al comma precedente.

73. Norme regolamentari.
Il Governo provvederà all’emanazione delle norme regolamentari entro il termine di 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge.
In sede di regolamento e in applicazione dell’articolo 1 della presente legge, non potrà farsi luogo alla istituzione di circoscrizioni regionali o interregionali cui non appartengano almeno 40 giornalisti di cui non meno di 20 professionisti.

74. Abrogazione.
Sono abrogati il regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384, il decreto legislativo luogotenenziale 23 ottobre 1944, n. 302, e ogni altra disposizione incompatibile con la presente legge.

75. Entrata in vigore.
La presente legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

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