Autore: Jacques Attali

Editore: Ponte alle Grazie (2022), pag.171, Euro 14,50

 

Figura di spicco della cultura europea, Jacques Attali analizza, con questo saggio, l’attuale momento della comunicazione: la crisi dei media tradizionali; l’avvento di Internet; l’esplosione dei social, passati da mezzo privato a strumento di informazione e propaganda.

Come è consolidato nel suo pensiero, e nei suoi scritti, Attali dal passato e dal presente trae indicazioni sul futuro. I rischi sono enormi, in un mondo dominato da pochi giganti monopolisti e con un pubblico che ormai ha difficoltà a distinguere il vero dal falso, il fondamentale dall’irrilevante.

Se il giornalismo è una grande professione, essenziale per la democrazia, è pur vero che è a rischio di estinzione, nell’epoca in cui le tecnologie permettono a tutti di praticarla, senza limitazioni né verifiche sulla verità di ciò che si dice; per parlare solo di se stessi a comunità di cui solo gli stessi social hanno le chiavi d’accesso.

In premessa al saggio, Attali pone una serie di domande: da “Cosa significa informare?”, “Cosa ha cambiato l’attuale pandemia nel nostro modo d’informare?” a “Come controllare il flusso di dicerie e notizie false?”, a “Quali media riusciranno a sopravvivere alla crisi attuale?”; da “I social network saranno sostituiti da un’altra ondata di tecnologie più potenti?” a “I giornalisti verranno irrimediabilmente sostituiti da automi, oppure rimarranno attori irrinunciabili della democrazia, garanti della verità?”. Domande alle quali dà risposte indicative dello stato dell’arte, concludendo che se si riuscirà a reagire e a mettere sotto controllo i colossi digitali, allora si potrà usare la parte migliore della tecnologia per informare, imparare, agire e vivere vite libere (ugualmente libere per tutti), in società “veramente democratiche, dove le differenze saranno finalmente riconosciute come fonti di ricchezza collettiva”.

“Se le proposte che ho avanzato in questo libro – scrive Attali – non verranno attuate, la maggior parte dei media tradizionali scomparirà. Saremo sempre più dipendenti dalle grandi macchine digitali…E siccome avremo abbandonato a loro tutti i nostri mezzi di comunicazione, intrattenimento, informazione, produzione, commercio, formazione, finanziamento e cura, se si schianteranno l’umanità tornerà di fatto all’età della pietra”.

Per evitare la catastrofe, Attali suggerisce di agire con urgenza: dalla formazione dei giornalisti all’educazione dei lettori, dall’uso consapevole della tecnologia all’educazione dei lettori, alla creazione di nuovi strumenti, per intervenire su fronti diversi.

Jacques Attali è saggista, giornalista, economista; è stato più volte consulente di Presidenti della Repubblica francese. Tra le sue ultime pubblicazioni: “Finalmente dopo domani” (2017) e “Cibo. Una storia globale dalle origini al futuro” (2020).

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